lo sapevate che!!!!

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. wiki1968
        Like  
     
    .
    Avatar

    free glitter text and family website at FamilyLobby.com

    Group
    Member
    Posts
    2,750
    Reputation
    0
    Location
    molise

    Status
    Offline
    COME VIVE UN PAESE CONDANNATO DALLA MORTE ATOMICA
    Il 26 aprile 1986 l'incidente al reattore quattro della centrale nucleare di Cernobyil, Ucraina. La nuvola radioattiva fece il giro del mondo. In particolare, si abbattè sulla Bielorussia. Nove anni dopo, il Paese ne soffre ancora le conseguenze: sono in aumento gli alcolizzati, i bambini orfani o abbandonati, nei prossimi venti anni moriranno più di quindici milioni di persone in seguito alle radiazioni. E della spirale non si vede la fine: sono contaminati i boschi, i pascoli, i campi. La popolazione è povera, vive dei prodotti della propria terra e beve l'acqua dei propri pozzi. Gli ospedali non hanno attrezzature n‚ medicinali. E la centrale di Cernobyil, in condizioni critiche, è ancora attiva Su sei bambini che nascono solo uno riesce a sopravvivere. Almeno ottocentomila bambini rischiano di ammalarsi di una vasta gamma di malattie correlate agli effetti della radioattività, dai tumori alla leucemia, ad un calo generale delle naturali difese immunitarie dell'organismo. Il governo bielorusso prevede quindici milioni di morti nei prossimi vent'anni a causa delle conseguenze dell'incidente. Le condizioni di vita in Bielorussia, a nove anni dall'esplosione del reattore quattro della centrale nucleare di Cernobyil, diventano ogni giorno più precarie, specialmente nelle campagne: famiglie numerose vivono in case di legno malsane, di pochi metri quadrati, prive di acqua corrente, di servizi igienici o di qualsiasi altro "comfort". Con un reddito di pochi dollari al mese. Queste famiglie non possono permettersi di comprare cibo pulito, proveniente dall'estero, e mangiano quindi il prodotto dei propri orti, bevendo l'acqua dei propri pozzi là dove terreno e falde acquifere resteranno contaminate per almeno altri vent'anni nel caso del cesio, ma per più di ventiquattromila nel caso del plutonio. La percentuale di alcolizzati è in aumento, così come quella di bambini orfani e abbandonati. Nonostante la centrale di Cernobyil sorga in territorio ucraino, la maggior parte del fallout, ovvero la ricaduta di sostanze radioattive, è avvenuta in Bielorussia. Il ventitrè per cento dei territori della repubblica sono compromessi in modo grave, contro il 4,8 di quelli dell'Ucraina e dello 0,5 della Russia. In queste zone la concentrazione di "curie" per chilometro quadrato supera di gran lunga le misure minime di sicurezza (1 curie/kmq è considerata già una concentrazione a rischio); in Bielorussia, su una superficie di ben 2.200 chilometri quadrati su un totale 236.000, questa soglia raggiunge i 40 curie per kmq. E ci sono luoghi dove si raggiungono persino i cento curie. Il venti per cento del patrimonio boschivo bielorusso (1,3 milioni di ettari) è contaminato; ciò vuol dire che i boschi, filtri naturali nel ritenere aerosol radioattivi, sono diventati grandi serbatoi e concentratori di sostanze radioattive. Ma anche 257.000 ettari di terreno agricolo, nelle regioni di Gomel e di Mogilev, sono inutilizzabili e un'area di dimensioni analoghe è di fatto inabitabile. Anche sul fronte dell'allevamento e del pascolo le conseguenze si sono fatte sentire: sugli animali si sono sviluppate le stesse patologie che stanno subendo gli uomini, compromettendo l'intera catena alimentare della Bielorussia, dove il consumo di cibi contaminati continua senza possibilità d'alternativa. I casi di nanismo, di ermafroditismo, alterazioni ai genitali, malformazioni agli organi interni, pubertà precoce e persino la comparsa di mestruazioni nelle bambine di due anni sono le piaghe che colpiscono ancora oggi i nostri neonati - ha spiegato ad "Avvenimenti" la dottoressa Klavdija Radyuk, primo pediatra endocrinologo del ministero della Sanità della Repubblica bielorussa; le alterazioni genetiche nei bambini sono aumentate e le loro difese immunitarie si sono sensibilmente ridotte. Da allora le cose sono rimaste sostanzialmente invariate, anzi la sensazione è che il peggio debba ancora venire. Fino al 91 le autorità sovietiche negavano la gravità della vicenda; le questioni sanitarie non solo non venivano divulgate, ma neppure affrontate al proprio interno. All'indomani dell'incidente, solo 24.700 persone furono fatte evacuare, ma ancora due milioni e seicentomila bielorussi, un quinto dell'intera popolazione, vivono nelle zone più a rischio. Solo a voler considerare i casi di tumore alla tiroide, che per lo più colpiscono i bambini, l'incidenza su centomila è salita dal 1991 ad oggi da 4 a 5,7. I bambini colpiti genericamente da tumori maligni è del 10,8 per cento fra i 10 e 14 anni, del 14 per quelli da 5 a 9 anni e del 15,2 da zero a 4 anni. Durante il loro ultimo viaggio in Bielorussia i responsabili di Festambiente hanno incontrato il professor Demidtchik, oncologo di fama mondiale, al quale hanno consegnato farmaci antitumorali e suture. Nel reparto di Demidtchik - racconta Angelo Gentili, coordinatore del progetto Cernobyil di Legambiente - sono ricoverati bambini affetti da tumore tiroideo operati più volte a distanza di poco tempo per l'aggressività della patologia tumorale. In questo caso la correlazione scientifica tra tumore tiroideo e contaminazione radioattiva è ampiamente dimostrata. Ma tutto questo si inserisce in una situazione di gravissima crisi economica e di carenza di attrezzature e medicinali in tutti gli ospedali. Uno dei più grossi problemi che il Paese deve infatti affrontare è quello di far fronte a una galoppante crisi economica, in conseguenza della quale mancano i soldi per acquistare anche le più banali attrezzature mediche. In uno degli ospedali di Minsk - continua Gentili - il primario ci ha riferito che ogni giorno dovrebbero essere ricoverati cinquanta bambini, ma non vengono accolti per mancanza di medicine e di posti letto. I medici bielorussi attendevano con ansia il nostro arrivo perchè, a causa della mancanza di fondi da parte dello Stato, sono costretti a dipendere dagli aiuti umanitari internazionali. In Bielorussia la popolazione è allo stremo, e vive ancora sotto l'incubo della centrale di Cernobyil, tutt'oggi funzionante. Anzi, nelle settimane scorse le autorità ucraine hanno ammesso di avere seri problemi nel mantenere il sarcofago di cemento armato che racchiude i resti, pericolosissimi, del quarto reattore. La struttura è in uno stato preoccupante e non è stata progettata per resistere a scosse sismiche. A dirlo è il consorzio "Alliance", formato da sei ditte inglesi, francesi e tedesche, incaricato dalla Commissione europea di procedere a uno studio di fattibilità per il consolidamento del sarcofago esistente e la costruzione di una seconda armatura di contenimento delle radiazioni a Cernobyil. Secondo le conclusioni della prima fase dello studio, presentata in marzo a Kiev a un gruppo di esperti europei, ®l'analisi delle scorie nucleari contenute nel sarcofago attuale conferma il loro alto livello di radioattività, con un tempo di decadimento che può essere cifrato a decine di migliaia di anni. In queste condizioni, un nuovo sarcofago che non fosse concepito per permettere lo smantellamento (detriti radioattivi, ndr) avrebbe, a termine, solo l'effetto di diventare esso stesso un nuovo detrito radioattivo. In parole povere, il nuovo sarcofago dovrebbe essere una specie di cappa a tenuta stagna all'interno della quale operare, magari con dei robot, per smantellare e bonificare ciò che resta dell'unità esplosa. Secondo un articolo apparso in grande evidenza sul settimanale inglese "The Observer" il 26 marzo scorso, il contenuto del rapporto della "Alliance" alla Commissione europea sarebbe ben più allarmante. Nel sarcofago vi sarebbero settecentoquarantamila metri cubi di scorie radioattive, dieci volte più del previsto; e le strutture stesse del sarcofago non sarebbero affatto a tenuta stagna, ma disseminate di crepe che danno luogo a perdite rilevanti. La cosa più grave, però, è che il cosiddetto "blocco B" potrebbe crollare in qualunque momento, perch‚ l'esplosione del reattore quattro ha gravemente danneggiato i supporti della costruzione, che oggi devono resistere a sollecitazioni cinque volte maggiori di quelle previste originariamente, e il crollo potrebbe coinvolgere anche il reattore tre, ancora attivo, con conseguente rilascio di materiale radioattivo. Una conferma di quanto la comunità scientifica internazionale denuncia da anni. Mancano i soldi, però: il governo ucraino non ha i milioni di dollari necessari alla chiusura della centrale, oggi di fatto unica fonte energetica del Paese. La verità è che non hanno neanche i soldi per mantenere un adeguato sistema di sicurezza, spiega Giuseppe Onufrio, responsabile della campagna energia di Greenpeace.Gli ucraini tornano a chiedere l'aiuto della comunità internazionale almeno una volta l'anno, quando ci si ricorda di loro in occasione dell'anniversario di Cernobyil. Il problema è che si rischia di dar loro degli aiuti per mantenere comunque l'uso dell'energia nucleare e mantenendo ad un tempo i rischi ad essa connessa. Come Greenpeace abbiamo commissionato all'Oko Institute uno studio che ha dimostrato come si possa ricostruire il piano energetico dell'Ucraina abbandonando il nucleare. Ma la questione nucleare è un problema assai serio per tutti i Paesi dell'ex-blocco sovietico le cui centrali (a detta della stessa Agenzia internazionale per l'energia atomica, che non può essere tacciata di anti-nuclearismo) versano in una condizione di alto rischio. N‚ le Cernobyil possibili sono limitate ai territori ex-sovietici, come la mappa di queste pagine illustra. I rischi di questa forma di energia vanno ben al di là dei confini geografici, e comunque, come ha scritto recentemente lo studioso Ignacy Sachs, ben al di là di quanto qualunque conteggio costi-benefici sia abilitato a fare.

    Fonte: Avvenimenti
     
    .
25 replies since 4/1/2011, 10:52   981 views
  Share  
.